mercoledì 23 gennaio 2013

Favole giapponesi - Momotaro




C’era una volta un villaggio dove vivevano due anziani...
Ogni giorno l'anziano andava in montagna a far legna e la vecchia signora andava al fiume a lavare la biancheria.
Un giorno l'anziana, mentre stava lavando la biancheria, vide galleggiare sulla corrente una grossa pesca.
L'anziana prese la pesca e la portò a casa.
L'anziano ritornò dalla montagna e rimase meravigliato nel vedere la pesca.

Accarezzando la pesca diceva: "Che bella pesca!". "Proviamo a tagliarla!", e la mise sul tagliere.
L'anziana stava per tagliare la pesca con un grosso coltello, quando…la pesca si mosse.
"La pesca! La pesca è viva!", così pensavano quando la pesca si ruppe e dall’interno uscì un bambino.

I due anziani si meravigliarono, ma ancor più si meravigliarono della sua vivacità.
Subito il bambino cominciò a divorare ciotole di riso una dopo l’altra.
La coppia con grande gioia chiamò il bambino nato dalla pesca "Momotaro".
Momotaro cresceva a vista d’occhio e con una grande forza, tanto che sollevava con facilità anche le cose più pesanti.
Così facendo Momotaro cresceva e diventava grande e forte.
C’era però una cosa che dava loro preoccupazione: anche se l'anziana lo cullava o se l'anziano gli sorrideva dolcemente, Momotaro stava zitto e indifferente. I due erano preoccupati, perché Momotaro non parlava affatto.
"Perché questo bambino non parla mai?" Si dicevano i due anziani guardandosi l’un l’altro.
"Vado!", esclamò improvvisamente Momotaro a gran voce.
"Vecchio, vecchia, vado a combattere i demoni!".
Al grido di Momotaro l'anziana sobbalzò: "A combattere i demoni?!".
I vecchi gli dissero che era molto pericoloso.
A quei tempi infatti nel villaggio venivano spesso dei demoni che rubavano cose e rapinavano persone e, usando ogni violenza, facevano soffrire gli abitanti del villaggio.
Momotaro, avendo sentito tutto ciò, non sopportava più questa situazione.
L'anziano e l'anziana, procurarono al loro Momotaro dei "kibidango" e un vestito. Finalmente venne il giorno della partenza.
Momotaro vestì l’abito che gli aveva preparato il vecchio e si mise sulle spalle un fagotto di "kibidango".
Nonostante i due vecchietti fossero molto preoccupati, Momotaro lasciò la casa.

Momotaro puntò diritto all’isola dei demoni.
Mentre camminava, un cane gli si fece incontro e disse: "Momotaro, se mi dai un ‘kibidango’ vengo con te!". Momotaro glielo diede e il cane andò con lui.
Poco dopo si avvicinò una scimmia che disse: "Momotaro, se mi dai un ‘kibidango’ vengo con te!". Momotaro diede anche alla scimmia il "kibidango" e questa lo seguì.
Poco dopo un fagiano venne volando e disse a Momotaro la stessa cosa: "Momotaro, se mi dai un ‘kibidango’ vengo con te!". Momotaro diede anche al fagiano il "kibidango" e il fagiano lo seguì.
Tutti insieme attraversarono campi e monti e giunsero alla riva del mare. 


Di qui salparono con una barca e finalmente giunsero all’isola dei demoni, fatta di rocce che spuntavano dal mare.
Dopo un volo di ricognizione il fagiano tornò, dicendo che era il momento giusto perché i demoni stavano gozzovigliando.
Era il momento giusto, ma la porta dell’isola era saldamente chiusa.
"Questo lavoro è per me!", disse la scimmia.
Con un salto scavalcò la porta e dall’interno la aprì.
I demoni erano nel pieno della baldoria, quando improvvisamente Momotaro balzò in mezzo a loro e disse: "Io sono Momotaro, numero uno in Giappone, e vi sconfiggerò!".
I demoni sbalorditi rimasero completamente interdetti, così che mentre erano distratti Momotaro e i suoi amici li assaltarono.
Il cane morse i demoni, la scimmia li graffiò e il fagiano li beccò, e Momotaro li colpiva con una forza straordinaria.
Ci fu una grande confusione. Arrivò anche il capo dei demoni tutto infuriato.
"Chi è quel ragazzotto insolente?". "Ti prenderò!", disse il capo dei demoni, e roteò con forza un grosso bastone di ferro contro Momotaro.



Ma il bastone di ferro che colpì la testa di Momotaro si spezzò di netto.
Così Momotaro, con la sua testa dura che aveva spezzato il bastone di ferro, diede una testata al capo dei demoni e lo vinse.
Il capo dei demoni subì il colpo e cadde a terra.

"Non farò più cose cattive. Non attaccheremo più il villaggio. Perdonami!".
Dopo aver caricato sulla barca il tesoro che i demoni avevano rubato, Momotaro e i suoi amici tornarono a casa sani e salvi.

Ma ciò che più aveva reso felice Momotaro era che il sogno di vincere i grossi demoni si era realizzato.



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